Mercoledì 25 e giovedì 26 settembre, la Chiesa calatina inaugura l’Anno pastorale diocesano con il Convegno sul tema: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5) Iniziazione cristiana, fede e profezia. Il Convegno si svolgerà presso l’Istituto Maria Ausiliatrice. L’apertura dei lavori, per ciascun giorno, è fissata alle ore 17.00; la conclusione alle ore 20.00.
Pubblichiamo un contributo di don Piero Sortino, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, sul percorso pastorale che la Chiesa calatina si prepara a compiere.
Diamo inizio con questo Convegno Pastorale Diocesano ad una stagione, per la nostra Chiesa, di studio, riflessione e verifica che ha come obiettivo il tanto auspicato rinnovamento dell’Iniziazione cristiana a tutti i livelli.
Il percorso che vuole essere non puramente informativo dunque, come spesso accade, un’acquisizione di dati che altri hanno elaborato, ma piuttosto formativo, che tenga conto cioè di un processo che muove dalle istanze più vicine al nostro territorio ed elabori così percorsi maturi in un contesto di Chiesa sinodale, che fa strada insieme (syn-odos) e insieme ritrova, a partire dalla fede, non solo memoria ma slancio, motivazione e soprattutto profezia.
“Ecco, io faccio nuove tutte le cose (Ap 21,5)“, il tema attorno al quale la nostra Chiesa è convocata in questa due-giorni, che vuole aprire e rilanciare il nostro cammino di fede dietro al Signore Risorto. L’annuncio trova la sua motivazione più profonda nella visione e la visione non è una prospettiva astratta della fede, ma al contrario la chiarezza del progetto di Dio sulla storia e sugli uomini. Una Chiesa che smarrisca la visione, è una Chiesa che smette di essere profetica e dunque incapace di annuncio. In un contesto di ri-cristianizzazione non possiamo limitarci ad essere Chiesa che enuncia, ma dobbiamo essere Chiesa che annuncia.
«In questi primi sei mesi – scrive Enzo Bianchi, priore di Bose – Papa Francesco mostra di non avere e di non volere un programma prefissato di pontificato, ma di essere deciso a percorrere la strada dell’adesione alla realtà che gli si presenta giorno dopo giorno, cercando nel Vangelo le scelte da inverare. […] Anche per questo motivo, Bergoglio sente la consultazione “reale, non formale” come una grazia e un aiuto: ascoltare gli altri, ascoltarli in profondità, raccogliere i pensieri di tutti e poi fare discernimento per poter decidere nella preghiera, sotto la guida dello Spirito santo, per quanto è possibile a un uomo che si esercita nell’obbedienza alla parola di Dio e nella retta intenzione».
Questo ci sembra l’esempio da imitare e la strada da percorrere come Chiesa calatina che sta desiderando investire e scommettersi per i prossimi anni, in tutte le sue componenti e in tutti i suoi soggetti, preparandosi a celebrare un Sinodo diocesano nel bicentenario della sua fondazione.
La presenza di don Giuseppe Ruta, sdb, insigne catecheta ed esperto in questioni di iniziazione cristiana, ci aiuterà – a partire dalla revisione dei motivi e delle motivazioni, dai soggetti implicati, dall’esperienza vissuta e dalle modulazioni attuate – a proseguire in quel processo di “conversione pastorale” tanto caldeggiato dai vescovi italiani e ci lascerà intravvedere i benefici auspicati dal magistero ecclesiale e concretamente possibili nella cultura odierna per il presente e il futuro dei credenti e delle comunità cristiane.
don Piero Sortino