È in libreria il volume Il profeta Elia. La voce scomoda di Dio, di don Giuseppe Alcamo, docente di catechetica alla Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista”. Il testo, edito da Paoline editoriale (144 pp., 13,50 euro) raccoglie (in parte) e rielabora il corso di esercizi spirituali tenuti da don Alcamo al clero diocesano dal 4 all’8 febbraio di quest’anno.
Le dieci meditazioni, riguardanti il profeta Elia, di cui si compone il testo si sviluppano attorno al cosiddetto ciclo di Elia, che si estende dal capitolo 17 di 1Re al capitolo 2 di 2Re con i suoi celebri episodi, tra cui: il nutrimento del profeta da parte dei corvi, l’ospitalità offertagli dalla vedova di Sarepta, i conflitti con il re Acab e la regina Gezabele, la sfida con i sacerdoti di Baal, la manifestazione di Dio sul monte Oreb, la chiamata del profeta Eliseo, la sua ascesa in cielo sul carro di fuoco.
In dieci riflessioni, con stile acuto, l’autore propone un nuovo ritratto di Elia. L’estremo difensore della fede del popolo d’Israele, diventa nelle pagine del testo, il testimone di una fede che si allontana da vecchie formule, dalle logiche della religione civile, e che si riprende il suo significato pieno.
Le meditazioni offrono puntuali e forti provocazioni per dare all’identità cristiana maggiore fedeltà e profezia. Con un linguaggio sapienziale, coinvolgente, attualizzante Alcamo conduce il lettore ad un percorso di identificazione con Elia, che diventa autentico modello di umanità e di fede.
Il tema centrale del testo può essere così sintetizzato: educare alla fede e vivere la sua profezia nella vita della Chiesa di oggi, dentro un contesto sociale che tenta sempre più di prenderne le distanze.
Ad ogni meditazione si svela un nuovo aspetto della questione. Ad ogni passaggio si coglie una nuova sonorità, nella ricerca di quell’armonia fra fede e vita, fra fede e storia, fra fede e profezia, fra umanesimo e cristianesimo che caratterizza l’itinerario del profeta Elia.
Alcamo, attraverso queste dieci immagini, ci sollecita quindi a rileggere la nostra vita, contemporaneamente, davanti a Dio e davanti agli uomini, con discernimento, con attenzione, con sguardo ampio e accogliente, con gratitudine; ma anche con coraggio, con passione, con profonda umanità.