CALTAGIRONE – È stata celebrata ieri, alle ore 18.00, nella Chiesa della Sacra Famiglia, la Messa di riparazione per il furto delle ostie consacrate di cui si sono resi responsabili ignoti nella notte fra lunedì e martedì scorsi.
La liturgia eucaristica è stata presieduta da S.E. mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, con la partecipazione del clero diocesano che ha fatto corona al parroco don Antonio Carcanella e al vicario don Jonathan Astuto.
Nell’omelia, il Vescovo ha sottolineato il dolore per il gravissimo atto, ed ha sollecitato la comunità ad allontanare sentimenti di rabbia e paura.
«Rabbia e paura – ha detto – non sono sentimenti del popolo cristiano. Chiediamo ancora una volta al mistero eucaristico di illuminare il buio della nostra vita e della nostra società. L’Eucaristia è la sintesi di tutta la fede, di tutta la nostra speranza e di tutta la nostra capacità di amore: la sintesi che è stata vissuta fino all’estremo da Gesù. Lui guida e alimenta il suo popolo con altri ragionamenti, con altri sentimenti, con altre visioni, con altra cura».
La profanazione ha molto scosso la comunità cittadina, prova ne è stata la straordinaria partecipazione dei fedeli alla Messa.
«Siamo stati colpiti, è vero, ma non siamo uccisi – ha detto mons. Peri -. Siamo stati sconvolti, ma non siamo disperati. Siamo consapevoli, ancora di più, di tenere il nostro tesoro come in vasi di creta, perché per loro è stato possibile arrivare fino a qui ed aprire il tabernacolo, ma Cristo non celo potrà mai portare via nessuno, anche se vengono nella notte».
Esortando poi la comunità ad un nuovo slancio pastorale ed evangelizzatore ha aggiunto: «Gesù ci ha consegnato l’Eucaristia nell’ultima cena, nella quale, decidendo di andare fino in fondo nel dono di sé, si è esposto anche all’incomprensione, al rifiuto, al tradimento, non solo dei dodici, ma di tutta l’umanità nel corso della storia. Sappiamo che tutto questo è avvenuto e si verifica ogni giorno sotto i nostri occhi. È accaduto la sera scorsa con questa gravissima profanazione del SS.mo Sacramento, ed avviene ogni giorno con l’indifferenza verso le sofferenze degli ultimi e dei più piccoli; dei poveri e dei migranti: loro sono sacramento di Cristo in mezzo a noi; dei malati lasciati soli: sono sacramento di Cristo sofferente; di numerose famiglie che vivono nell’emarginazione, vittime della cultura dello scarto: sono sacramento di Cristo Sposo».
Accorato, in ultimo, l’invito al pentimento rivolto dal pastore della Chiesa calatina ai responsabili del grave gesto: «Pentitevi. Dio Padre apra per voi la strada della conversione».
Ringraziando il Vescovo, i presbiteri presenti e la comunità per la sentita partecipazione, don Carcanella si è detto ancora molto scosso per l’accaduto ribadendo il suo monito per i profanatori: «l’odio, la rabbia, la furia sono vie di morte. Nell’Eucaristia c’è invece la via della vita e della verità».
30 gennaio 2015