CASTEL DI JUDICA – A Giumarra e Franchetto, frazioni di Castel di Judica, padre Rajan Arockiasamy msfs, amministratore parrocchiale delle Parrocchie di Santa Maria del Rosario e di San Francesco d’Assisi, il 31 ottobre, vigilia della Festa di Tutti i Santi, ma per molti solo giorno di Halloween, ha invitato i ragazzi del catechismo ad un gesto “rivoluzionario”, nel senso del cambiamento di mentalità: i bambini sono andati bussare alle porte delle case del loro paese, chiedendo non “il dolcetto o lo scherzetto”, ma una preghiera per i nostri cari defunti. «Un modo – spiega p. Rajan – per vivere questo giorno con coerenza, nella testimonianza di fede e nell’adesione al valore e al senso della risurrezione».
Sono stati diverse decine i bambini che hanno accolto l’invito del parroco e, accompagnati dai loro catechisti, con metodica precisione hanno bussato alle case dei loro vicini proponendo una preghiera.
«Insieme ai catechisti – aggiunge il parroco – abbiamo spiegato ai bambini che Halloween è la festa del Dio della morte (Samhain). Noi cristiani abbiamo una vocazione di vita eterna. In realtà la vita sulla terra è un pellegrinaggio, ci si prepara alla vita eterna. Non festeggiamo il Dio della morte, ma il Dio della vita credendo nella resurrezione. Abbiamo grande fede che tutti ci rivedremo in cielo come un’unica grande famiglia della Gerusalemme celeste. Tutti i Santi sono nostri fratelli arrivati già nella grande famiglia di Dio. I nostri cari defunti sono in attesa di riunirsi in questo immenso coro. Noi li aiutiamo con la preghiera, la carità e con la celebrazione della Santa Messa affinché entrino a far parte della grande famiglia celeste».
Erika Allia, Caterina Pagano ed Eliana Calanni, di 9 anni, sono state fra i bambini che hanno vissuto questa esperienza. Per preparasi al meglio si sono riunite a pranzo. Si sono munite di preghiere e hanno fatto varie fotocopie. Poi hanno fatto le prove a casa: come bussare alle porte di casa, come porgersi a chi apriva…
Alla fine, dal tardo pomeriggio fino alla sera, sono andate in giro bussando per le case e informando le famiglie che loro sono figlie di Dio e non festeggiano Halloween. Hanno recitato poi una preghiera che lasciavano in dono alle famiglie. Qualcuno degli ospiti si è premurato di offrire dei dolcetti ai bambini!
«È stata un’esperienza molto bella – ci dicono – e ben accetta dalle famiglie che si rallegravano nel sentire che qualcuno, bussando alle loro porte, portava una preghiera e non portava orribili mostri o scherzi».
Anche i genitori dei bambini hanno partecipato con entusiasmo all’iniziativa. Le mamme raccontano di come i ragazzi fossero emozionati nel prepararsi a portare in giro per le famiglie la Parola di Dio in una sera dove tutti gli altri loro compagni erano ancora movimentati nel festeggiare Halloween.
«Ogni anno – racconta Tina Schepis, una mamma – i sacerdoti facevano avvisi, insistevano di non festeggiare Halloween. Quest’anno invece è stata una grande sorpresa vedere i bambini del catechismo impegnati nel dire a tutti, con grande felicità: “noi siamo figli di Dio, non festeggiamo Halloween, vogliamo lasciare uno preghiera per lei…”. Siamo stati tutti molto felici di accogliere questo dono. Ho fatto sedere a casa mia i bambini e ho distribuito a tutti una dolce!».
C’è spazio anche per la soddisfazione dei catechisti. Ad accompagnare i bambini c’era anche Francesca Scuderi. «Quest’anno nel nostro territorio, la festa di Halloween non è stata vissuta come negli altri anni – spiega – il numero dei ragazzi che hanno bussato alle porte delle case sono diminuiti, sia per la forte crisi economica che stiamo vivendo, sia perché le famiglie hanno accolto il messaggio cristiano che è passato attraverso i nostri sacerdoti. Il nostro parroco quest’anno ha proposto ai ragazzi di andare nelle famiglie a recitare delle preghiere, invece di chiedere dolci o scherzi. Il messaggio per alcuni di loro è stato accolto in pieno per altri un po’ meno. È stato bello e commovente vedere i bambini girare per le famiglie con delle preghiere da recitare. La speranza nostra è quella di aver seminato bene e di poter raccogliere frutti buoni anche in futuro!».
1 novembre 2013