CALTAGIRONE – Ripartono i lavori di completamento del recupero e della conservazione della Chiesa di San Pietro a Caltagirone.
L’importo del finanziamento, erogato con i fondi della legge 433/91 (la legge per la ricostruzione nelle zone colpite dal terremoto del 1990), è di 267.721,29 euro.
Il 26 giugno scorso, durante una Conferenza di servizi, i rappresentati della Regione Sicilia, della Protezione Civile e della Diocesi di Caltagirone hanno sottoscritto il verbale di consegna dei lavori all’impresa aggiudicataria del bando pubblico (la ditta RestauArt di Acireale).
Responsabile del procedimento è l’ing. Giovanni Castorina, dirigente responsabile dell’UOB 13 – CT, del Dipartimento regionale della Protezione Civile.
Progettisti dei lavori sono l’ing. Ignazio Margherone, l’ing. Salvatore Palumbo, ed il geom. Emanuele Sapienza.
Il piano d’intervento interesserà il tetto, gli affreschi ed il campanile. Prevista anche la pulitura dei prospetti.
Con risorse proprie la Parrocchia provvederà al rifacimento degli impianti (illuminazione ed amplificazione), alla levigatura ed alla sistemazione dei marmi.
«Dal 1990, a più riprese, e con numerose difficoltà – dichiara mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone -, la comunità parrocchiale ha chiesto di poter riavere il proprio edificio di culto. Con l’avvio di questi nuovi lavori, e con un maggiore impegno da parte di tutti, speriamo di porre la parola fine all’intera vicenda».
In questi venti anni, dopo il terremoto di Santa Lucia (1990), e dopo il terremoto di Santa Venerina (2002), la città di Caltagirone ha sperimentato quanto complesse possano diventare le operazioni di ricostruzione nei luoghi colpiti dal sisma. Attorno alla Chiesa di San Pietro, un vero punto di riferimento per il quartiere, si creò un buon dibattito. L’attenzione dell’opinione pubblica rimase alta. I risultati dei lavori furono però deludenti, oltre che incompleti. Le celebrazioni e tutte le attività pastorali furono spostate nella Chiesetta del Sacro Cuore, pur con evidenti criticità logistiche.
Oggi sembra si sia sbloccato qualcosa. «Sono stati anni lunghi e faticosi – ammette il parroco don Salvo Millesoli -, durante i quali, tuttavia, la nostra comunità ha potuto fare esperienza di una nuova dimensione d’esser Chiesa sul territorio. Una Chiesa viva, fatta di pietre vive e non di pietre che possono essere restaurate, ma che rimangono sempre inermi ed esposte alle traversie del tempo e della natura. Tutte le attività pastorali sono state portate avanti, pur in condizioni di disagio. Abbiamo dato le risposte che potevamo e sapevamo dare ai più piccoli, ai deboli, agli emarginati. Siamo stati una comunità accogliente, pur senza avere una grande casa».
Il prossimo 21 novembre la Parrocchia di San Pietro, proclamerà un anno giubilare in occasione dei 100 anni di istituzione della Parrocchia. «Per quella occasione – continua don Millesoli – vorrei dare una casa a questa nostra piccola Chiesa, e non semplicemente una chiesa ai fedeli. La Chiesa siamo noi, membra vive dell’unico corpo che è Cristo».
9 luglio 2012