Un nuovo Diacono per la nostra Chiesa

CALTAGIRONEÈ in programma per venerdì 14 ottobre, alle ore 19.00 in Cattedrale, la Celebrazione Eucaristica in cui  S.E. mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone, ordinerà un nuovo diacono permanente per la nostra Chiesa calatina: Francesco Arcidiacono, della Parrocchia Santa Maria di Gesù di Caltagirone.

«Un nuovo diacono è sempre un regalo alla nostra Chiesa – spiega mons. Calogero Peri – ma diventa per tutti noi un impegno e una verifica perché la dimensione della ministerialità possa essere sempre più viva e presente nella nostra chiesa specialmente in questo tempo del Bicentenario in cui ci sforziamo di ritornare a quello spirito del Vangelo e della misericordia che quest’anno in più occasioni ci viene suggerito. Auguro pertanto a Francesco, sorretto dalla preghiera della comunità ecclesiale, di vivere coerentemente in questa nuova logica del servizio e dell’amore gratuito».

I diaconi partecipano in una maniera particolare alla missione e alla grazia di Cristo. Il sacramento dell’Ordine imprime in loro un sigillo (‘carattere’) che nulla può cancellare e che li configura a Cristo, il quale si è fatto ‘diacono’, cioè servo di tutti. Compete ai diaconi, tra l’altro, assistere il Vescovo e i presbiteri nella celebrazione dei divini misteri, soprattutto dell’Eucaristia, distribuirla, assistere e benedire il Matrimonio, proclamare il Vangelo e predicare, presiedere ai funerali e dedicarsi ai vari servizi della carità” (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1570).

Francesco Arcidiacono, 50 anni, sposato con tre figli, lavora come infermiere presso l’ospedale “Gravina” di Caltagirone.

Grande emozione traspare dalle parole dell’ordinando.

«Il sacramento del Diaconato – dice Arcidiacono –  che, per dono di Dio, mi accingo a ricevere esprime il volto di una Chiesa serva (cioè al servizio) di Dio e degli uomini e cerca di stimolare la Chiesa stessa a plasmarsi sulla figura di Cristo Servo. Un ministero quello del Diaconato detto “della soglia” o di ponte tra Chiesa e mondo che cerca di contemperare le esigenze della comunione con quelle della missione. Come diacono permanente ritengo di essere in una posizione privilegiata e, per certi versi, insostituibile. Come membro dell’Ordine sacro sarò infatti chiamato a vivere tale ministero in tutti gli ambiti della vita sociale in cui, per forza di cose, mi ritroverò a operare cercando di coniugare professione, matrimonio, famiglia, esigenze ecclesiali e sociali. Dunque sostanza ministeriale ma forma laicale che renda, auspicabilmente, Cristo e la Chiesa “più familiari” a molte persone che magari si sentono lontane. In un momento storico in cui si vivono svariate forme di povertà e grandi solitudini vorrei che il mio ministero fosse caratterizzato dalla diaconia della relazione, in cui nessuno possa sentirsi escluso, ma ogni persona possa sentirsi cercata, accolta ed amata da Dio».

11 Ottobre 2016