Solennità del Corpus Domini

«La volontà di farsi per noi cibo e dono nel sacramento dell’Eucaristia – dice Mons. Calogero Peri – è l’espressione più intensa con la quale Cristo ci svela la profondità e totalità dell’amore del Padre per l’umanità pellegrina nella storia»

 

CALTAGIRONE – La Solennità del Corpo e Sangue del Signore raduna visibilmente la comunità cristiana e la chiama a riconoscersi come organismo vivente del Signore Risorto che agisce con “pienezza di verità” per la Salvezza del mondo.

Domenica 3 giugno p.v. a Caltagirone S.E. mons. Calogero Peri presiederà in Cattedrale alle ore 18.30 la Celebrazione eucaristica, in comunione spirituale con tutte le comunità che celebrano nello splendore delle grandi Cattedrali o nei più sperduti ‘cenacoli’ della terra e disseminate in ogni angolo della diocesi e del mondo, l’unico grande Mistero e Sacramento.

Seguirà la solenne processione eucaristica del clero e del popolo credente nelle sue molteplici articolazioni che, lungo le vie Duomo, Roma, Giorgio Arcoleo e P.pe Umberto raggiungerà il sagrato della Parrocchia S.Anna, dove si concluderà con la solenne Benedizione.

«La comunità dei discepoli ha come compito e responsabilità – dice mons. Calogero Peri – di credere e impegnare tutta se stessa – non solo nel Segno sacramentale – e riversare ogni energia in questa consegna di “abitare la storia” per animarla e contagiarla continuamente con l’energia che le viene dall’alto. È il suo modo di accompagnare gli uomini di buona volontà a riconoscere nel gioioso annuncio del Vangelo la sostanza della salvezza  possibile e desiderata che abita nell’unico Signore e Salvatore Cristo Gesù, il quale nel ministero dell’Incarnazione e poi nel Sacramento consegna se stesso ad una Chiesa-Serva chiamata a ripetere all’infinito l’offerta di sé nella  “carne viva”  della storia umana, per la  potenza dello Spirito che garantisce certezza di futuro all’umanità con la forza della Carità senza limiti».

Quando il Concilio proclamava Mistero e Sacramento l’Eucaristia con la formula fons et culmen, sintetizzava mirabilmente la natura e la vita  della Chiesa come cuore pulsante dal quale sgorga il “mandatum novum” di farsi nel tempo depositaria della Salvezza.

«È tutto qui, infatti  – prosegue il Vescovo – il “mistero” dell’amore di Dio per il mondo che mediante la missione della Chiesa diventa concreta costruzione dell’uomo nuovo mediante la dedizione quotidiana con la quale i discepoli di Cristo sono chiamati a incarnare nella verità, nell’accoglienza e nella condivisione delle alterne vicende della vita di tutti e di ciascuno, la Speranza, che emerge come Salvezza nella incontenibile luce di un nuovo umanesimo che illumina ogni uomo che viene nel mondo. Anche dagli abissi più oscuri dell’esperienza terrena a volte così tenebrosa e angosciante riceve senso e prospettiva nella Risurrezione del Signore Gesù, Figlio di Dio incarnato, morto, risorto glorioso e Presente nel mistero dell’Eucaristia come primizia di futuro di un popolo di fratelli pienamente riconciliato».

 

3 giugno 2018