Si rinnova a Caltagirone l’antica tradizione dei pellegrinaggi al SS.mo Crocifisso del Soccorso

CALTAGIRONE – Anche quest’anno si è ripetuto lo spettacolo suggestivo del pellegrinaggio notturno, che da venerdì 19 agosto, come da antica tradizione, con partenza alle ore 3.30 dalla Croce di S. Giacomo, si snoda come cammino penitenziale illuminato soltanto dai flambeaux, tra i canti e le preghiere, lungo i tornanti della ripida discesa, per raggiungere il Santuario del SS.mo Crocifisso del Soccorso, dove si conclude con la celebrazione della Messa alle prime luci dell’alba.

Il Santuario, tutti i venerdì, fino alla Festa della Esaltazione della Croce, diviene mèta di numerosi pellegrinaggi parrocchiali o individuali, rinnovando e ribadendo la testimonianza di una fede e una devozione secolare dei Caltagironesi, che in quel luogo si recano per celebrare, pregare e per le Confessioni sacramentali, che «soprattutto in questo anno Santo dedicato alla Misericordia e alla Riconciliazione sottolineano in modo speciale – come ha detto il Rettore don Carlos Ferrara – la necessità della conversione del cuore e della vita».

Tutti i venerdì il santuario è rimasto aperto alla devozione dei fedeli per l’intero giorno, dalla messa dell’alba, alle ore 5.00, a quella conclusiva della sera alle 18. Domenica 18 settembre, giorno solenne della Festa, che conclude questo tempo di Grazia, ci saranno due Celebrazioni eucaristiche: alle ore 9.00 e alle ore 18.00.

Il grande concorso di popolo testimonia la sensibilità sempre viva dei caltagironesi per il mistero della Salvezza: «Sulla croce – afferma mons. Peri, Vescovo di Caltagirone – Gesù ribadisce la logica vincente della misericordia. L’ultima parola, nella storia, appartiene all’amore. Ma solo quando l’amore, come il suo, non ha misura; solo se, come Lui ha fatto amando fino a dare la vita sulla croce per la salvezza di tutti, si è disponibili a perdere tutto e a perdersi, pur di non perdere nessuno; solo allora i tempi della Speranza si fanno promessa e profezia».

L’effigie del SS. Crocifisso del Soccorso, che si venera nell’omonimo Santuario, venne rinvenuta il 1° gennaio 1708 tra i ruderi dell’antica Chiesetta della Madonna del Soccorso che sorgeva prima del  terremoto del 1693, da un povero agricoltore, Antonio Centorbi, che in sogno si sentì interpellato da una voce che lo invitava a cercare tra le rovine dell’antico sito e a dissotterrare la Sacra effigie. Si tratta di una immagine dipinta ad olio su una pietra calcarea bianca, di forma ovale, alta cm 38 e larga cm 24, che ritrae il Cristo crocifisso con ai piedi Santa Brigida genuflessa in atteggiamento di orante contemplazione. Sul luogo del ritrovamento, alla fine del Settecento, fu costruita una piccola chiesa progettata da Natale Bonajuto. Il luogo posto in fondo alla valle ad ovest di Caltagirone, sull’antica strada per Gela, invita naturalmente al silenzio e alla preghiera.

«Da allora, – afferma don Gianni Zavattieri, Vicario Generale – il luogo è divenuto sacro e molto caro alla devozione popolare dei caltagironesi che, nei venerdì successivi alla Solennità dell’Assunzione (che a Caltagirone celebra anche il ricordo della prima apparizione della Madonna del Ponte nella omonima Fonte nel 1572), vi si recano in pellegrinaggio.  In questo santuario si lega intimamente la fortissima sensibilità mariana della nostra spiritualità alla logica della Salvezza: Maria Odigitria (Madonna della Via) è la Madre che ci conduce a Cristo suo Figlio. A questa coscienza popolare, che chiamiamo devozione, dà legittimazione sostanziale una Fede che si affida alla forza salvifica della Croce di Cristo. Il Giubileo della Misericordia e il Bicentenario della fondazione della Diocesi trovano collocazione e senso solo all’interno di questa cornice come sostanziale espressione di una Chiesa in festa, pellegrina, aperta alle Speranze umane e trascendenti che scaturiscono dall’albero della Croce del Cristo Morto e Risorto».

15 Settembre 2016