“La violenza – afferma Papa Francesco – non è la cura per il nostro mondo frantumato. Rispondere alla violenza con la violenza conduce, nella migliore delle ipotesi, a migrazioni forzate e a immani sofferenze, poiché grandi quantità di risorse sono destinate a scopi militari e sottratte alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie in difficoltà, degli anziani, dei malati, della grande maggioranza degli abitanti del mondo” (n.2).
CALTAGIRONE – Oggi, sabato 31 Dicembre, alle ore 18.00, in Cattedrale, il Vescovo celebrerà l’Eucaristia di ringraziamento cui seguirà il canto del Te Deum per l’anno che volge alla conclusione. Domani, Domenica 1 Gennaio, inizio del nuovo anno, sempre in Cattedrale alle ore 11.00, presiederà la solennità liturgica della Madre di Dio, consegnando alla comunità cristiana il Messaggio annuale sulla Pace per la 50a Giornata mondiale della pace, firmato l’8 dicembre da Papa Francesco, ribadendo una tradizione inaugurata da Paolo VI nel 1967, per cui l’anno nuovo nasce con un forte anelito di Pace, oggi come non mai di bruciante attualità.
Ancora presi dalle dolci atmosfere natalizie e pronti a brindare al nuovo Anno con rumorosi cenoni, giunge a tutti il richiamo accorato del Papa col Messaggio annuale per la Pace che invoca metodologie di non-violenza.
Contro la tentazione di far prevalere i meccanismi della forza e della prevaricazione competitiva, della paura e del rifiuto intollerante dell’altro come respiro minaccioso, Papa Francesco propone il coraggio della profezia non violenta, che per esorcizzare le angosciose paure che traumatizzano i nostri sonni inquieti, si affida ai sentimenti forti della disponibilità all’accoglienza e del riconoscimento dell’altro come unica via. Urge una nuova cultura, uno stile ed una modalità di relazioni nuove ad ogni livello, affinché il “prossimo” sia piuttosto la grande risorsa “nei rapporti interpersonali, in quelli sociali e in quelli internazionali” (n.1). «Tutti desideriamo la pace; tante persone la costruiscono ogni giorno con piccoli gesti e molti soffrono e sopportano pazientemente la fatica di tanti tentativi per costruirla» (n.7).
In un contesto refrattario alle logiche pacifiche e pacifiste considerate palliativi fragili e inefficaci in un mondo troppo facilmente abituato a rozze contrapposizioni belligeranti, Papa Francesco contrappone la forza dell’amore che parte dal cuore e raggiunge la famiglia. “Se l’origine da cui scaturisce la violenza è il cuore degli uomini, allora è fondamentale percorrere il sentiero della nonviolenza in primo luogo all’interno della famiglia… l’indispensabile crogiolo attraverso il quale coniugi, genitori e figli, fratelli e sorelle imparano a comunicare e a prendersi cura gli uni degli altri in modo disinteressato, e dove gli attriti o addirittura i conflitti devono essere superati non con la forza, ma con il dialogo, il rispetto, la ricerca del bene dell’altro, la misericordia e il perdono (n.5).
Per poi passare al contagio della intera società civile e politica: ”Questo è anche un programma e una sfida – afferma – per i leader politici e religiosi, per i responsabili delle istituzioni internazionali e i dirigenti delle imprese e dei media di tutto il mondo: applicare le Beatitudini nel modo in cui esercitano le proprie responsabilità. Una sfida a costruire la società, la comunità o l’impresa di cui sono responsabili con lo stile degli operatori di pace; a dare prova di misericordia rifiutando di scartare le persone, danneggiare l’ambiente e voler vincere ad ogni costo” (n.6).
31 Dicembre 2016