CALTAGIRONE – «In questi giorni cresce il nostro sgomento per quanto sta accadendo in Siria. Ci uniamo anche noi in preghiera, secondo le intenzioni del Papa, affinché il cuore dei grandi della Terra si apra a prospettive nuove, accolga la cultura del dialogo e dell’incontro secondo giustizia e verità, e non ceda alle illusioni di un pensiero della forza, dello scontro, della distruzione. Il futuro di tanti, di numerose generazioni dipende dai giudizi che questi esprimeranno: siano opzioni e non verdetti, siano prospettive di bene e non banalità del male, siano saggi discernimenti e non arroganti risoluzioni».
Con queste parole S.E. mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, ha accolto l’esortazione che papa Francesco ha rivolto a tutti i cristiani, ai fedeli di altre religioni e ai non credenti indicendo per sabato 7 settembre una Giornata di preghiera e digiuno per la pace in Siria, in medio Oriente e nel mondo.
«Preghiamo anche per la nostra Sicilia – ha aggiunto mons. Peri -, terra accogliente, che in questi giorni abbraccia uomini, donne e bambini in fuga dai loro Paesi in guerra, e che, in un drammatico precipitare dei fatti, potrebbe rientrare nello scacchiere strategico della guerra, con le basi militari, le dotazioni e le sofisticatissime tecnologie presenti sul nostro territorio. Preghiamo affinché tutti gli uomini liberi e forti che vivono le angosce di questi nostri tempi sappiano essere profeti e costruttori di un futuro di pace».
All’Angelus di domenica 1 settembre, papa Francesco ha rivolto un forte appello per la pace, «un Appello – ha detto – che nasce dall’intimo di me stesso! Quanta sofferenza, quanta devastazione, quanto dolore ha portato e porta l’uso delle armi in quel martoriato Paese, specialmente tra la popolazione civile e inerme! Pensiamo: quanti bambini non potranno vedere la luce del futuro! Con particolare fermezza condanno l’uso delle armi chimiche! Vi dico che ho ancora fisse nella mente e nel cuore le terribili immagini dei giorni scorsi! C’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire! Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace».
Ha poi aggiunto: «Ripeto a voce alta: non è la cultura dello scontro, la cultura del conflitto quella che costruisce la convivenza nei popoli e tra i popoli, ma questa: la cultura dell’incontro, la cultura del dialogo; questa è l’unica strada per la pace. Il grido della pace si levi alto perché giunga al cuore di tutti e tutti depongano le armi e si lascino guidare dall’anelito di pace».
Il Vescovo, accogliendo i suggerimenti e le proposte della Conferenza Episcopale Italiana, invita la Chiesa calatina a convocare i fedeli in assemblee di preghiera nelle modalità ritenute più opportune, in particolare raccomanda l’Adorazione eucaristica prolungata dopo la Messa prefestiva del 7 settembre o in altro momento distinto.
4 settembre 2013