GRAMMICHELE – Il prossimo 8 settembre le comunità ecclesiali di Grammichele festeggeranno la Natività di Maria presso il Santuario mariano, a circa 4 km dal centro urbano, venerato con il nome di Santa Maria Maggiore del Piano, attualmente retto da Don Luigi Borzì. Si tratta di una piccola chiesa che restò illesa al terribile terremoto della Val di Noto che squarciò la Sicilia nel 1693 e che si erge proprio su un modesto altipiano tra le colline e vallate che precedono il sito su cui oggi sorge Grammichele. La nuova cittadina, fondata in seguito a tale cataclisma, ebbe subito particolare venerazione per questo luogo che, in qualche modo, rappresentò il desiderio di ricominciare dopo una simile tragedia. La devozione grammichelese nei confronti della Madonna del Piano è stata sempre fervente e le grazie ricevute rinsaldano sempre più questo legame tra la Madonna e la città esagonale tanto che nei giorni precedenti i festeggiamenti, ogni parrocchia o gruppo ecclesiale organizza un pellegrinaggio che coinvolge centinaia di pellegrini i quali, a piedi, si recano nella piccola chiesetta recitando il S. Rosario e cantando canti mariani anche nel dialetto grammichelese. C’è da sottolineare, inoltre, come anche le generazioni più giovani continuino questa tradizione mariana organizzando, per sabato 7 settembre, a partire dalle ore 17.00, un pellegrinaggio interparrocchiale che coinvolge quanti vogliono testimoniare un legame con la Vergine Madre. Quest’anno, inoltre, il pellegrinaggio dei giovani coincide con la giornata di digiuno e di preghiera promossa da Papa Francesco per scongiurare un conflitto bellico in Siria. Nel cammino verso la Madonna del Piano dei giovani grammichelesi, guidati da Don Salvo Luca, certamente ci si rivolgerà alla Regina della Pace in comunione con tutta la Chiesa universale.
Per quanto riguarda l’aspetto tradizionale, oltre ad un triduo che si celebra tra il 6 e l’8 settembre con la recita del Rosario e la S. Messa, una processione aux flambeaux che percorre le strade della contrada Piano Croce prossima al Santuario; c’è da menzionare la sagra della salsiccia che, storicamente, è stata associata alla festività religiosa. Se anticamente in questa sagra oltre alla vendita della salsiccia, si organizzava una fiera di animali, oggi è rimasta l’usanza di consumare un buon panino con il prodotto tipico grammichelese dopo aver preso parte ai riti religiosi. Il giorno precedente alla festa, inoltre, sono previste due manifestazioni folkloristiche: a rutta de’ pignati e ‘a pigghiata d’antinna. Si tratta di giochi popolari che attirano parecchi curiosi che si divertono nel veder i soggetti occupati a raggiungere l’obiettivo. Non si è perso, quindi, il profondo e genuino legame tra fede e folklore, quel suggestivo mischiarsi di odori sacri e profani che rendono questi tre giorni un bel modo di ricordare che Maria è rimasta ben salda a vegliare su un popolo nascente e che per questa rassicurante e materna protezione si potesse far festa con dei buoni prodotti gastronomici.
Francesco Travagliante