“ELPÌS” (in greco antico: ἐλπίς,= speranza) è un progetto educativo strutturato attorno ad un particolare tema formativo: la Speranza.
“Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza” .
(Papa Francesco, Spes non confundit, 1)
Lo sguardo che ispira la scelta di finalità e gli obiettivi è una proposta e, al tempo stesso, una scommessa rivolta ai responsabili, ai coordinatori, ai ragazzi e alle loro famiglie per riscoprire la necessità e la bellezza della Speranza, che attrae e che muove il viaggio della vita e le sue complesse relazioni. Oggi è più che mai urgente proporre itinerari formativi centrati sull’esperienza che coinvolge il soggetto in un viaggio condiviso, attraversato da incertezze e paure, fatiche e fragilità, ma che, grazie alla luce della Speranza e della Fede, può radicarsi sul desiderio di scoperta, sul coraggio, sul senso di responsabilità, sui valori del dono e della cura.
La storia è la narrazione di un Viaggio in alcuni “luoghi simbolici” che richiamano il Pellegrinaggio della vita e della fede di ogni uomo e ogni donna. I personaggi della storia intraprendono il viaggio senza alcuna frenesia di arrivare alla meta, ma gustano ogni tappa del loro peregrinare, “allenandosi” a mantenere vivo il desiderio di raggiungere la meta come la novità della vita. La meta è appunto la Speranza (ELPÌS), l’incontro col mistero, l’abbraccio di un Dio che sorprende e che immette nella comunità della vita bellezza, luce e gioia: Elpìs conferisce senso al cammino e lo rinnova orientando il percorso di ciascun uomo.
Si tratta di un pellegrinaggio orientato, che si muove “per attrazione”, ma non è predefinito. In gioco vi sono la libertà, la fatica e le resistenze, la paura, la diversità, l’incontro, l’imprevisto. Il percorso è anche incidentato: ci si ritrova a vivere e a mettersi in gioco nel dinamismo dell’inedito e dell’imprevedibilità, sperimentando l’autenticità degli incontri e delle relazioni, inaugurando un “varco” di passione per il cammino e balbettando la “soglia” della vertigine di un cuore aperto e innamorato. In altre parole, è un viaggio in cui si prova la complessità della storia e del tempo e si comprende l’unicità di ogni individuo.
“Ciascuno è unico e irripetibile; e al tempo stesso inconfondibilmente legato alle sue radici. Essere figlio e figlia, infatti, secondo il disegno di Dio, significa portare in sé la memoria e la speranza di un amore che ha realizzato se stesso proprio accendendo la vita di un altro essere umano, originale e nuovo”.
(Catechesi di Papa Francesco in occasione dell’Udienza Generale dell’ 11/02/2015)