Carissimi,
c’è un suggestivo brano di una omelia di Papa Francesco che, nel suo incomparabile genio comunicativo, racconta il Natale come un evento da vivere e far vivere nella concretezza di un fascino che non può fermarsi alla superficie delle emozioni fugaci. È un modo non sterile di scambiarsi gli Auguri. Esso suona così:
“La stella di Natale sei tu quando conduci qualcuno all’incontro con il Signore. Sei anche i re magi quando dai il meglio che hai senza tenere conto a chi lo dai. La musica di Natale sei tu quando conquisti l’armonia dentro di te. Il regalo di Natale sei tu quando sei un vero amico e fratello di tutti gli esseri umani. Gli auguri di Natale sei tu quando perdoni e ristabilisci la pace anche quando soffri. Il cenone di Natale sei tu quando sazi di pane e di speranza il povero che ti sta di fianco. Tu sei la notte di Natale quando umile e cosciente ricevi nel silenzio della notte il Salvatore del mondo senza rumori né grandi celebrazioni; tu sei sorriso di confidenza e tenerezza nella pace interiore di un Natale perenne che stabilisce il regno dentro di te. Un Buon Natale a tutti coloro che assomigliano al Natale”
Scambiarsi gli auguri si fa allora molto più che rito abitudinario e banale parentesi nel nostro calendario sempre uguale.
Il Vescovo lo sta facendo, incontrando il suo Popolo in tutte le occasioni possibili: lo ha fatto col suo Presbiterio, coi suoi collaboratori, coi giovani, con gli anziani, coi sofferenti, con i responsabili delle istituzioni e delle organizzazioni impegnate sul territorio… e con tutti quanti lo incrociano lungo le strade della città e diocesi. E lo farà soprattutto in Cattedrale nella Notte Santa, che celebrerà con la giusta solennità alle ore 23.00, e la mattina della domenica 25 alle ore 11.00.
Ma è dovere di tutti e gioia di ogni credente farsi “Natale”, come suggerisce Papa Francesco, coi piccoli gesti di ogni giorno, nei momenti che le famiglie celebrano raccolte e ricomposte in festosa comunione attorno ai presepi lodevolmente rinnovati coi pastorelli, il bue e l’asinello e le grotte illuminate, dove giace il Bambino “al freddo e al gelo” fattosi uomo e povero per stare con tutti, soprattutto coi più poveri e umili della terra. Contemplato e adorato da Maria e Giuseppe, dai pastori e dai magi, dagli angeli in coro che affollano il presepe, esso attende di essere anche “accolto” dalle famiglie radunate attorno all’albero scintillante di luci coi doni per i bambini (e non solo), ai tavoli ingombri degli antichi giochi della tradizione, alle mense ricche e addobbate per la circostanza… Purchè non ci si dimentichi di quanti non hanno modo e possibilità di assaporare tanta gioia e tanta festa per le mille ragioni e sofferenze che la storia di ciascuno riserva anche a Natale. E non dimenticare che il cuore di questo mondo, anche in questo Natale e nel passaggio al nuovo Anno, che nasce sotto la protezione materna della Vergine Santa che porta Pace, continua ad essere ferito e straziato da guerre, violenze, ingiustizie, dalle ombre pesanti che generano “mostri”.
Perciò “farsi Natale” è godere il tempo e la felicità di un giorno bellissimo che parla dell’Amore di Dio per l’uomo, ma anche ricordarsi di inviare un pensiero, un piccolo dono, una telefonata, un sms, un cenno di memoria là dove si sa esserci bisogno di un augurio di Buon Natale, che forse non giungerà per l’egoismo distratto o la pigrizia di chi chiude le porte del cuore. È dunque quanto mai opportuno ribadire quanto dice Papa Francesco: “Buon Natale a tutti coloro che assomigliano al Natale”.
23 Dicembre 2016
don Gianni Zavattieri
Direttore dell’Ufficio delle Comunicazioni Sociali