Carissimi il Signore vi dia Pace!
Con questa Veglia di Avvento diamo inizio al nuovo anno liturgico nel quale continuiamo a sperimentare la storia della salvezza e con la quale il Signore si fa nostro samaritano, per non farci sentire soli e per accompagnarci in tutti i giorni della nostra vita.
Di Dio, della sua presenza, della sua vicinanza e compagnia ne abbiamo sempre bisogno, soprattutto quando dobbiamo camminare nella valle oscura o dobbiamo attraversare le prove e gli imprevisti della vita, come quelli che, tutti e in tutto il mondo, stiamo sperimentando con questa pandemia e le sue drammatiche conseguenze.
I misteri della nostra salvezza che celebriamo durante tutto l’anno liturgico ci vedono come popolo di Dio pellegrinante in questo tempo e in questo spazio, dentro cui si svolge la nostra esistenza e si muovono i nostri passi. In esso prendiamo coscienza di quanto Dio ha fatto e continua a fare con la grandezza del suo braccio, con la potenza del suo amore e della sua misericordia; in esso ugualmente vogliamo rinnovare la nostra fedeltà di figli e di seguaci dell’unico Maestro, per rendere, con amore, ragione a tutti della nostra fede e della nostra speranza in Cristo Gesù.
La Chiesa con grande cura, nello scorrere del tempo, ha sempre incentivato, arricchito e custodito il patrimonio di preghiera con cui si rivolge al suo Signore quando celebra i misteri che, in tutte le situazioni, sono fonte di salvezza e di speranza per ogni uomo.
La Conferenza Episcopale Italiana quest’anno ci ha fatto dono della terza edizione del Messale Romano che, nelle Chiese di Sicilia, inizieremo ad utilizzare con questa prima domenica di Avvento. Non si tratta di un testo nuovo ma di una nuova traduzione con cui far giungere a questo tempo e alla nostra sensibilità la riforma liturgica secondo lo spirito del Concilio Vaticano II. Ma il nuovo Messale non è solo la traduzione di un testo precedente, vuole essere piuttosto un approfondimento liturgico, teologico ed ecclesiologico, con cui la comunità cristiana esprime una coscienza più matura ed attiva quando vive la Pasqua e l’Eucarestia.
Nella programmazione avremmo voluto avviare questo anno liturgico con una celebrazione diocesana in cattedrale della Veglia di Avvento, nel corso della quale avremmo utilizzato il nuovo Messale. A causa dell’attenzione che dobbiamo mettere per evitare i contagi di questo virus è sembrato più opportuno, nel rispetto della sicurezza di tutti, fare questa celebrazione o a livello cittadino o nelle singole parrocchie. Questo non solo non ci impedisce di vivere quel vincolo di unità che in Cristo Gesù ci rende un corpo solo ed un’anima sola, ma anzi ci invita a rafforzarlo e ad esprimerlo costantemente in ogni comunità ed in tutte le celebrazioni. Con questo breve messaggio mi voglio rendere presente in tutte le comunità per esprimere e sottolineare la comunione che tutti ci unisce.
Con l’auspicio che il nuovo Messale sia una occasione in più per fare dell’Eucarestia e della celebrazione dei misteri della nostra salvezza il cuore della nostra vita di fede, auguro a tutti e a ciascuno personalmente di andare con gioia incontro al Signore che viene.
Vicino ad ognuno di voi e alla vostra storia in questo singolare momento di prova, vi benedico.
Caltagirone, 28 Novembre 2020
+ Calogero Peri
Vescovo di Caltagirone