Lettera del Direttore dell’Ufficio Catechistico

Ai sacerdoti,
ai diaconi, ai religiosi,
ai catechisti e agli educatori

 

 

Carissimi,

stiamo per intraprendere il nuovo anno catechistico con l’esigenza di metterci, come sempre, in ascolto della Parola di Dio al fine di iniziare ad interpretare l’emergenza appena vissuta. Questo è il tempo di progettare con fiducia, pazienza e lungimiranza il futuro delle nostre comunità avendo fissi nel cuore e nella mente alcune indicazioni e linee che potrebbero servirci da guida.

Già nel nuovo Direttorio per la catechesi, redatto dal Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione e approvato da Papa Francesco il 23 marzo 2020, il Santo Padre indicava profeticamente la famiglia come il luogo privilegiato per l’evangelizzazione. E, difatti, durante i momenti cruciali e drammatici della pandemia tante famiglie, provvidenzialmente, si sono riscoperte luoghi di fede.

Oggi, il documento “Artigiani di comunità. Le linee guida per la Catechesi per l’anno 2021-22” elaborato dall’UCN e pubblicato lo scorso 08 settembre – frutto anche di un percorso di paziente ascolto delle narrazioni provenienti dalle comunità parrocchiali, dagli UCD e dagli UCR – punta l’attenzione sulla comunità: è la pluralità dei soggetti ecclesiali che compongono la comunità cristiana ad essere protagonista della trasmissione della fede alle nuove generazioni. La relazione con questa pluralità di soggetti non può essere pensata in termini di relazioni di massa, ma come relazioni personalizzate, “artigianali” appunto. Il documento ha ancora davanti a sé il percorso sinodale che la Chiesa Italiana sta per intraprendere; dunque il testo non può sbilanciarsi troppo in direzioni precise ma, metodologicamente, intende indicare la via dell’ascolto di una pluralità di voci che però accosta, quasi giustapponendole, le une alle altre: il compito di passare dal pluralismo delle posizioni alla sinodalità, ad un “cammino insieme” è ancora tutto dinnanzi a noi. Il documento, inoltre, registra con coraggio la fine della Christianitas e la rinnovata attenzione alla chiesa domestica come ambito proprio e tipico in cui avviene la trasmissione della fede nel dialetto dell’intimità e della testimonianza, non tanto contenutistica quanto sapienziale della fede in cui i genitori sono i primi soggetti e al cui protagonismo pastorale va perfino ri-orientato il sevizio dei catechisti.

Inoltre, con la Lettera pastorale in forma di Motu proprio Antiquum ministerium del 10 maggio 2021 papa Francesco istituisce in maniera ufficiale il ministero del catechista. Certo, si tratta ancora dell’inizio di un processo che coinvolge anzitutto le Conferenze episcopali nazionali il cui compito sarà quello di definire i criteri e l’iter formativo di questo “ministero laicale”. Tuttavia, possiamo già dire che il cammino iniziato con le buone pratiche già presenti nelle Chiese locali, alla luce anche della pandemia che ha impresso una forte accelerazione rendendo evidenti cambiamenti già presenti sottotraccia che hanno spinto a cercare nuove strade e le indicazioni contenute nella Lettera pastorale in forma di Motu proprio Spiritus Domini del 10 gennaio u.s. (che estende alle donne i ministeri del lettorato e dell’accolitato) tutto questo ha accresciuto ancor di più la riflessione sulla Chiesa ministeriale.

È l’ora della progettazione, dunque, ma è anche il momento della fraternità che è necessario incoraggiare attraverso il ritorno alle relazioni da vivere sia in famiglia sia nelle nostre comunità cristiane. Anche se le attività pastorali sono ancora condizionate dalle giuste e dovute attenzioni per contenere il rischio di contagio dal virus, la campagna vaccinale sta permettendo di far tornare all’ordinario quanto finora previsto come straordinario o emergenziale.

La ripresa delle attività pastorali invita, nella necessaria prudenza e nel rispetto delle normative vigenti, ad avere un surplus di cura delle relazioni perché il ritorno “in presenza” non avvenga semplicemente con i tempi a cui eravamo abituati, ma diventi occasione per mettere al centro ancora di più l’incontro tra persone.

 

E PER CONCLUDERE DUE PROPOSTE

  • Inaugurare l’Anno catechistico domenica 31 ottobre 2021

Tra i momenti significativi che segnano la ripresa di ogni anno pastorale va certamente annoverato l’incontro dei Catechisti col Vescovo. Anche quest’anno, stante la situazione attuale e la necessità di evitare assembramenti per contenere il più possibile la diffusione del Coronavirus, il mandato ai catechisti sarà dato dai parroci e avverrà domenica 31 ottobre p.v. nelle singole comunità parrocchiali.

  • Incontrare i catechisti nei vicariati e/o nelle parrocchie

È mio desiderio incontrare personalmente nelle singole parrocchie i catechisti. L’Ufficio, come sempre, promuoverà durante il corso dell’anno pastorale iniziative di formazione e di riflessione. In particolare, dopo un primo periodo incontro di ascolto e di conoscenza con le realtà parrocchiali tenterà di organizzare degli eventi formativi per aiutare i catechisti in questo processo di cambiamento dei metodi e dei mezzi e per trovare, alla luce della situazione attuale, anche alla luce delle linee guida tracciate dall’Ufficio Catechistico Nazionale.

Formulo cordiali saluti augurando a tutti un buon inizio del nuovo anno pastorale.

 

Allego alla presente del materiale utile.

 

 

 

Caltagirone, 11 Ottobre 2021

 

 

don Michelangelo Franchino
Direttore UCD

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