GRAMMICHELE – La comunità cristiana di Grammichele è in festa per la celebrazione dei suoi Patroni San Michele e Santa Caterina. La festa è molto sentita e coinvolge intensamente l’intera cittadinanza con grande vivacità sia nella dimensione liturgica e spirituale, che nella condivisione gioiosa delle manifestazioni esterne, nelle quali le ragioni della fede incrociano l’anima devota e popolare.
Preceduta da un triduo di preghiera, Lunedì 8 maggio la festa avrà i suoi momenti forti e il suo compimento nelle celebrazioni dell’Eucaristia delle 10.30 e delle 17.30, e poi nella solenne processione coi simulacri dei Santi Patroni, portati a spalla dai devoti, che a partire dalle 19.30 si snoderà tra canti e preghiere lungo le vie della citta “esagonale”.
«Il fervore e folklore che, come a Grammichele, – ha dichiarato il Vescovo, mons. Calogero Peri – verrà manifestato nelle feste patronali, che nei prossimi mesi si rinnoveranno in molte comunità, va vissuto come segnale di cristiana appartenenza che chiede ai Cristiani di farsi luce, sale e lievito anche di una vivace e civile convivenza nelle loro realtà, che vedono spesso attivamente coinvolte anche gli organismi amministrativi e varie iniziative culturali».
Questo coinvolgimento globale della cittadinanza, oltre che segno di vivacità umana, spirituale e culturale in tutte le sue espressioni, dà ragione di quanto Papa Francesco ha scritto nella Evangelii Gaudium, là dove, esortando a custodire e valorizzare questi segni popolari di pietà, scrive che «quando in un popolo si è inculturato il Vangelo, nel suo processo di trasmissione culturale trasmette anche la fede in modi sempre nuovi» (EG 122); e in questo rinnovarsi della fede nella tradizione «si può dire che il popolo evangelizza continuamente se stesso…Traducendo nella propria vita il dono di Dio secondo il proprio genio, offre testimonianza alla fede ricevuta e la arricchisce con nuove espressioni che sono eloquenti».
«Nella pietà popolare – scrive infatti il Santo Padre Francesco – poiché è frutto del Vangelo inculturato, è sottesa una forza attivamente evangelizzatrice che non possiamo sottovalutare: sarebbe come disconoscere l’opera dello Spirito Santo… Le espressioni della pietà popolare hanno molto da insegnarci e, per chi è in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova evangelizzazione». (EG 126)
6 maggio 2017