CALTAGIRONE – La solidarietà è nel sorriso e nelle parole delle volontarie, felici di dare una mano a chi ha meno. E di testimoniare che, soprattutto nei momenti più difficili, si possono recuperare i sentimenti più veri. «I nostri figli hanno tutto, o quasi – sottolinea Antonella Ferrisi – ma non hanno, spesso, la possibilità di condividere certi momenti e sensazioni. Stasera, quando tornerò a casa, felice di avere dato il mio piccolo contributo a tanti miei concittadini, racconterò a mio figlio come è andata».
Antonella è la responsabile della Caritas della parrocchia San Francesco di Paola, che ha promosso, nei locali dell’oratorio, l’«Atelier della solidarietà»: un «negozio» di abbigliamento in cui chi ha bisogno di un cappotto, di un giubbotto, di un maglione, di una sciarpa, di un cappello e altro può scegliersi gratuitamente quello che fa al caso suo e tornare a casa con ciò che gli serve. Come i due bambini che, trovato il giubbotto che cercavano, hanno riposto in una busta le vecchie giacche delle tute e indossato i nuovi abiti.
«La crisi si vince con la solidarietà – afferma il parroco Salvo Millesoli – Molti parrocchiani avevano armadi pieni di roba che non usavano e noi li abbiamo invitati a consegnarcela, per darla a chi vive situazioni di disagio. La risposta è stata eccezionale e adesso eccoci qui, con oltre 500 capi e tanta gente che, da diversi quartieri, arriva e, con grande dignità, dà un’occhiata e sceglie l’abito giusto».
A far visita all’«Atelier della solidarietà» sono persone ormai abituate a convivere con la povertà, ma anche quanti, sino a poco tempo fa, neppure si sarebbero sognati di far parte di questa schiera crescente: soprattutto chi ha perso il lavoro e vive questo dramma. «Siamo contente di fare qualcosa per gli altri – spiega Tiziana Saraniti Lana – Come in un negozio, accogliamo i “clienti” e li aiutiamo nella scelta». «Chiediamo loro cosa preferiscono – aggiunge Patrizia Crocifisso – e diamo indicazioni utili». «Continueremo per tutta la settimana», annuncia Pinella Azzara. «Un sorriso – spiega Ivana Vacirca – è spesso sufficiente a sconfiggere l’eventuale, iniziale ritrosia di chi viene a trovarci». «Questa iniziativa e la sua buona riuscita – evidenzia Giacomo Biondo – dimostrano che, se la gente viene adeguatamente sollecitata a dare un contributo di solidarietà, risponde bene, Come è accaduto pure lo scorso Natale, quando raccogliemmo e consegnammo tantissimi alimenti».
Mariano Messineo
da La Sicilia, mercoledì 6 febbraio 2013, 33