Contro il racket e tutte le mafie, la comunità cristiana è attenta e vigile

CALTAGIRONE – Venerdì 28 Febbraio 2020, dalle ore 18,30 alle ore 20,30, i locali dell’Hotel Villa Sturzo di Caltagirone, ospiteranno un incontro dibattito sul tema molto sensibile della vigilanza contro le infiltrazioni di natura mafiosa che non risparmiano il nostro territorio, come testimoniano recenti episodi che hanno guadagnato il triste proscenio della cronaca nazionale.

Organizzato dall’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, diretto da don Tino Zappulla, d’intesa con la Caritas Diocesana e il Progetto Policoro, vedrà al tavolo dei partecipanti, insieme al Vescovo mons. Calogero Peri, don Luciano Di Silvestro, direttore della Caritas diocesana, Capitano Sergio Vaira, Comandante della stazione dei Carabinieri di Caltagirone, don Piero Sortino, Assistente di zona degli Scout, associazione che ha vissuto ripetute aggressioni alle loro sedi saccheggiate da teppisti malavitosi.

Il tema sarà affrontato a più voci con la collaborazione del giornalista Francesco Scollo e del Presidente del Coordinamento Antiraket Sicilia, Renzo Caponnetti.

«Il 5° incontro del Corso di Formazione all’impegno sociale e politico – ha dichiarato don Tino Zappulla – viene ulteriormente arricchito e posto in modo speciale all’attenzione della nostra Diocesi. Siamo, infatti, consapevoli che il fenomeno dell’illegalità attraversa in modo a volte silenzioso ma pervasivo il nostro territorio con fenomeni che richiedono una maggiore attenzione per attuare una vera prevenzione e favorire la cultura della legalità. Gli ospiti presenti all’incontro di venerdì prossimo ci aiuteranno a capire e a fare una sorta di “radiografia” del nostro territorio. Vogliamo conoscere quali fenomeni di illegalità sono presenti o si stanno sviluppando nei nostri centri, a volte anche in modo silenzioso, e contrastarli con quelle buone pratiche che ognuno di noi nel suo piccolo può sostenere e attuare. Riteniamo che la formazione delle coscienze, unita ad una corretta informazione, sia di grande aiuto per uno sviluppo del nostro territorio basato su valori etici e morali che hanno nei “martiri” di mafia le voci più autorevoli e forti. Non dobbiamo mollare ma contrastare e apprezzare tutto ciò che può ostacolare non solo comportamenti ma anche atteggiamenti mafiosi o illegali. Vogliamo così proporre quello sviluppo integrale della persona che ha nel Vangelo e nella Dottrina Sociale della Chiesa il suo fondamento e la sua fonte di ispirazione»

L’Incontro, cui tutta la cittadinanza è liberamente invitata a partecipare, insieme agli iscritti al Corso di formazione, rientra tra le iniziative che la Chiesa Calatina sta attuando, perché vengano bonificate le radici di questo territorio, inquinato da interferenze negative, ma profondamente sensibile e volenteroso di farsi concretamente segno di speranza per  la gente che lo abita e lo fa crescere con il lavoro onesto e solerte e la forza dei sentimenti positivi, certamente prevalenti, seppur feriti da eventi che mortificano la voglia dei buoni.

Nel contesto del Corso di formazione all’impegno sociale e politico, giunto al settimo anno della sua attività, «cresce la necessità – afferma il Vescovo mons. Peri – di far maturare la sensibilità e l’impegno della comunità cittadina e diocesana in ordine a questo degrado sociale a cui si assiste con amarezza e sgomento e al quale urge contrapporre l’iniziativa e l’impegno delle forze sane della nostra società civile ed ecclesiale. Non è lecito assistere a tanta decadenza morale senza risvegliare le risorse positive che sono presenti e prevalenti tra la nostra gente. Alla Chiesa appartiene, infatti, per missione e vocazione il diritto-dovere di vigilare, svegliare le coscienze e stimolare ogni iniziativa intesa a rendere più umana e solidale la convivenza civile, sociale e politica. È la sua ‘diaconia’ sostanziale che vuole concorrere fattivamente alla salvaguardia della dignità umana della nostra popolazione».

«Senza ignorare le vicissitudini non sempre favorevoli di un mercato del lavoro pieno di criticità e precarietà, che vengono da lontano – conclude don Tino Zappulla – e che non sempre è facile ricondurre a comportamenti virtuosi, specialmente per le fasce giovanili così provate da situazioni critiche e povere di prospettive, e dalla tentazione di andare altrove a cercare opportunità, lontani dal proprio contesto familiare, la coscienza retta di tutti è chiamata a farsi voce attiva e presenza operosa e coraggiosa».

 

26 Febbraio 2020