Museo Diocesano

All’interno del Complesso Monumentale dei Frati Minori Conventuali – sede vescovile dal 1911 – trova posto anche il “Museo Diocesano Caltagirone”.
La sua progettazione, iniziata più di un trentennio fa, ha mantenuto l’idea originaria di conservare, proteggere e allo stesso tempo rendere fruibili le numerose opere provenienti dal tesoro della Cattedrale, da altre chiese parrocchiali o distribuite sul territorio diocesano, chiuse al culto o in cattivo stato di conservazione. La salvaguardia delle opere realizzate nel tempo consente alla comunità di fare memoria della propria fedee dicomprendere come questa è stata percepita e accolta nei luoghi del vissuto quotidiano. Infatti, la fruibilità delle opere, che costituiscono il patrimonio storico, artistico e religioso della Chiesa locale, consente non solo di rafforzare le proprie radici ecclesiali, ma può anche sensibilizzare alla tutela del patrimonio, affinchè la produzione artistica continui a testimoniare la vita e la fede del popolo di Dio.

Il sito del Museo
Anche la scelta del sito che accoglie il Museo è stata motivata dal desiderio di restituire alla collettività i luoghi in cui buona parte del clero diocesano ha vissuto durante la formazione al ministero sacerdotale, insieme a coloro che poi hanno scelto la via del laicato: luoghi di preghiera, di studio e di convivialità sembrano quasi rivivere attraverso il racconto dei manufatti non solo intesi come arte in sé, ma anche come testimonianza dell’evoluzione storica della vita diocesana.

L’ordinamento
All’interno del Museo diocesano sono esposti argenti, paramenti, opere pittoriche e opere scultoree; le sezioni suddivise in sale espositive sono allestite prediligendo il percorso liturgico-pastorale attraverso il criterio tipologico, anche se non sempre è stato possibile seguire quello cronologico. Il Museo diocesano, infatti, non è un freddo contenitore di opere capaci di parlare solo tecnicamente, ma principalmente deve fare in modo che i manufatti possano essere capaci di evangelizzare il visitatore, capaci cioè di raccontare l’anima del popolo di Dio.

La sezione degli argenti
La prima sezione, dedicata agli argenti, è composta da quattro sale espositive ordinate secondo un percorso che aiuta il visitatore a entrare un po’ più a fondo nel mistero della Celebrazione eucaristica.  Attraverso il culto dei santi, si giunge poi a  comprendere le ragioni che hanno dato vita ai manufatti per il culto eucaristico nella prassi liturgica della Chiesa.
La prima sala accoglie gli argenti relativi alla prima parte della Messa, dai riti di ingresso fino alla liturgia della Parola: cartegloria, croci astili, candelieri, turiboli e navicelle, leggii e altre suppellettili.
La seconda sala, che riguarda la liturgia eucaristica, raccoglie calici,  pissidi, teche e campanelli, utilizzati durante la seconda parte della Messa, con un rimando anche al Viatico.
Dalla santificazione dell’uomo attraverso la liturgia deriva poi il culto dei santi, espresso nella terza sala dedicata ai reliquiari. Attraverso le diverse tipologie si racconta la pietà popolare legata a quegli uomini e a quelle donne che hanno risposto in modo eroico alla chiamata del Signore e che hanno lasciato un segno tangibile della loro conversione.
Dal culto dei santi, attraverso le reliquie, avviene il passaggio al culto Eucaristico e, se le prime sono parti del corpo dei santi venerati dai fedeli, il Corpo di Cristo, che è ben più di una reliquia, merita di essere adorato dal popolo di Dio: nascono così gli ostensori che, attraverso l’evoluzione teologica e pratica, daranno vita a diverse tipologie. Alcuni esemplari sono collocati nella quarta sala per poterne comprendere meglio significato, evoluzione stilistica e differenze.

La sezione dei parati
La sezione dei Parati, risalenti a un periodo compreso tra il XVI e il XIX secolo, è costituita da una serie di vesti liturgiche che lasciano intuire, per la preziosità della manifattura,  la dimensione sacrale del ministro che agisce in persona Christi. Pregiati tessuti,arricchiti da ricami in lamina d’oro e d’argentoo in seta colorata, mostrano anche la ricchezza delle figure simboliche, molte delle quali tratte dal bestiario medievale e giunte a noi ancora cariche di forti significati teologici e pastorali.
Accanto all’esposizione dei paramenti sacri, alcune opere pittoriche e scultoree, raffiguranti vescovi, sacerdoti e diaconi rivestiti delle vesti liturgiche, permettono una efficace e immediata comprensione del loro utilizzo. Non è difficile intendere l’uso di molti dei paramenti esposti, poiché vengono ancora oggi utilizzati; alcuni di essi, invece, appartengono alla memoria storica della vita della Chiesa. Tra le vesti liturgiche trovano anche alcuni esempi di insegne episcopali risalenti al XIX secolo.

La quadreria
Salendo per la scala centrale che si trova nell’atrio del Complesso Monumentale, si accede al secondo livello dove è situata la pinacoteca, costituita da un unico grande ambiente caratterizzato da una struttura che crea tre sale espositive e un deambulatorio: essa accoglie oltre trenta opere pittoriche, accanto alle quali  lungo il percorso espositivo sono distribuite le sculture lignee a tutto tondo, una Via Crucis in madreperla e i gioielli legati alla devozione mariana.
La Quadreria, suddivisa in cinque percorsi tematici,accoglie oltre trenta opere pittoriche, accanto alle quali sono distribuite sculture lignee, una Via Crucis in madreperla e gioielli legati alla devozione mariana.
Il primo percorso inizia con la nascita dell’esperienza ecclesiale a Pentecoste, dalla quale scaturisce il primo annuncio del kerigma ad opera degli apostoli. I primi frutti di questo annuncio saranno proprio i martiri e i santi rappresentati in tele e statue.
Il secondo percorso, legandosi strettamente al precedente, è dedicato alla Vergine Maria, modello tanto della Chiesa quanto della santità, attraverso lo sguardo dei fedeli che la vedono come madre e avvocata. Qui è inoltre collocata una statuetta in marmo di Antonello Gagini, datata 1516, raffigurante la Madonna della Salute.
L’accoglienza del progetto di Dio da parte di Maria rende possibile l’incarnazione del Verbo, dando inizio all’esperienza storica di Gesù Redentore. Si è introdotti, quindi, nella sala centrale che accoglie il terzo percorso: un primo gruppo di tele è dedicato alla vita nascosta, mentre un altro al mistero della passione, morte e resurrezione. La vita pubblica, invece, viene narrata attraverso la proiezione continua di opere pittoriche presenti nelle chiese della città e del territorio diocesano: si offre così all’osservatore la possibilità di conoscere l’esistenza di altri siti da visitare e di fruire del manufatto nel contesto per il quale è stato pensato e realizzato.
L’itinerario continua con un’opera di straordinario pregio artistico, cui è dedicato il quarto percorso: si tratta di una tavola fiamminga del XV secolo raffigurante “Il Trono della Grazia, il Giudizio universale e lo Spasimo della Vergine”. Questa sala mette in evidenza come il cammino di santità, attraverso il mistero di Cristo, si compia nell’andare verso il Padre.
Infine il quinto percorso è dedicato alla santità locale in itinere, per sottolineare che essa non appartiene solo a pochi, ma ciascuno è chiamato a incarnare nella propria vita il mistero di Cristo, partendo dalla liturgia della Chiesa per giungere a un’autentica lode del Padre, dal quale proveniamo e nel quale si completerà il nostro cammino.

Info e contatti
direzione: don Fabio Raimondi
tel. 0933.34186 – fax. 0933.820590
Piazza San Francesco 9, Caltagirone
www.museodiocesanocaltagirone.it

Orari d’apertura
Vedi sul sito www.museodiocesanocaltagirone.it

La prenotazione è obbligatoria per gruppi e scuole

Photogallery dell’inaugurazione delle nuove sale espositive

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