Una folla di 180 mila persone in piazza San Pietro, dopo ore di attesa sotto la pioggia, si è sciolta con applausi e grida di gioia quando è apparso il nuovo Pontefice, Francesco, dalla Loggia delle benedizioni. «Habemus Papam», aveva annunciato pochi minuti prima il cardinale protodiacono mons. Jean-Louis Tauran. Poi si è affacciato il 266° Pontefice nella storia della Chiesa: Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, sudamericano, gesuita. È sereno e sorridente quando esce per salutare con piccoli cenni della mano il popolo festante, poi dice: «Fratelli e sorelle buona sera. Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi dalla fine del mondo, ma siamo qui». La folla risponde subito con un lungo appluso». Poi riprende: «Vi ringrazio per l’accoglienza, la comunità diocesana di Roma ha il suo Vescovo. Grazie». Ma il pensiero del nuovo Vicario di Cristo va al suo predecessore. «Prima di tutto», continua, «vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI». E la folla lo interrompe con un altro applauso. «Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca». Quindi inizia a recitare il “Padre nostro” l“Ave Maria” e il “Gloria al Padre” seguito da tutta la folla di fedeli.
«Adesso incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo, Vescovo e popolo», insiste Papa Francesco, «questo cammino della Chiesa di Roma, quella che presiede nella carità tutte le Chiese, un cammino di fratellanza, d’amore e di fiducia tra noi». E aggiunge: «Preghiamo sempre per noi, l’uno per l’altro, preghiamo per tutto il mondo perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi cominciamo e chi mi aiuterà, il mio Cardinale Vicario qui presente, sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa bella città».
Prima di dare la benedizione “Urbi et Orbi” il Pontefice si rivolge ai fedeli e chiede «un favore». «Prima che il Vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi pregate il Signore perché mi benedica, la preghiera del popolo, chiedendo la benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me». In piazza San Pietro cala un silenzio orante, breve ma intenso, di fronte all’inattesa richiesta. Come non ascoltare un simile invito, nonostante l’esultanza della piazza?
Papa Francesco indossa quindi la stola per dare la benedizione «a mezzo della radio, della televisione e delle nuove tecnologie di comunicazione», come ha sottolineato mons. Tauran. A Roma ci sono quasi 6 mila giornalisti provenienti dai cinque continenti e che da due giorni trasmettono e inviano notizie nei rispettivi Paesi. «Do la benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e donne di buona volontà: “Sancti Apostoli Petrus et Paulus…”». Poi la banda della gendarmeria vaticana intona l’Inno di Mameli tra gli applausi dei fedeli che grida: “Viva il Papa”.
Ma la folla sembra attendere ancora una parola dal nuovo Pontefice. Francesco si ferma a guardare il “suo” popolo, quindi ripete: «Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e ci vediamo presto. Domani voglio andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo». Inevitabile un lungo e fragoroso applauso.