MESSAGGIO DI S. E. MONS. CALOGERO PERI
ALLA CHIESA DI DIO CHE È IN CALTAGIRONE
PER LA 98^ GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO
Carissimi Presbiteri e Diaconi, carissimi fratelli e sorelle,
La solennità del Natale ci ha ricordato, anche quest’anno, che il Signore dal cielo è sceso sulla terra, è venuto in mezzo a noi come Emanuele, si è fatto nostro fratello e nostro compagno di viaggio in questa meravigliosa e misteriosa avventura che è la nostra vita. Per fare questo, Egli che è Dio, viene in punta di piedi, bussa alle porte del nostro cuore, chiede permesso, rispetta la nostra libertà, ed entra solo se noi lo accogliamo e gli offriamo la nostra disponibilità. Il mistero dell’Incarnazione, per evitare di rimanere solo un fatto esteriore e rituale, distante dalla concretezza dei nostri giorni e della nostra terra, chiede a ciascuno di noi di essere incarnato nella sua vita personale e in quella delle nostre comunità. Chiede a noi di sapere discernere e riconoscere come Dio questa volta ha deciso di nascere nella nostra storia, nel nostro territorio, nella nostra Diocesi, nelle nostre parrocchie, nelle nostre case e nei nostri cuori. Certamente non spunterà con l’asinello, o con Maria e Giuseppe così come noi ce li rappresentiamo e li raffiguriamo nei nostri presepi.
Verrà sicuramente anche questa volta. Verrà nella concretezza sconvolgente che non immaginiamo e che non aspettiamo. Perché verrà, o è già venuto, con il volto, la povertà, il bisogno, la fragilità degli uomini che giungono sulle nostre coste, camminano ai margini delle nostre strade, girano tra le nostre case. Avrà il volto, il vestito, la cultura, il credo, un po’, o tanto diverso dal nostro. Che tanti uomini non riescono a riconoscerlo è già un grosso problema, ma noi cristiani, almeno noi, sappiamo riconoscerlo, siamo pronti ad accoglierlo, a prendercene cura? Ci proviamo con convinzione a fare tutto questo, o come tutti abbiamo organizzato il nostro natale senza volere essere disturbati da chi consideriamo un intruso, un extracomunitario, un poveraccio a cui fare tutt’al più l’elemosina ?
Domenica 15 gennaio 2012 celebreremo la 98ª GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO. Di coloro che spinti dal bisogno, dalla fame, dalla povertà, dalle persecuzioni, dalle guerre e dall’odio, sono costretti a fuggire dalla loro patria e a cercare un rifugio dove sognano di crearsi un futuro migliore. Durante questo anno abbiamo assistito ad un vero e proprio esodo di masse che dal nord Africa, flagellato dalle rivoluzioni e dalle guerre, si sono riversate sulle nostre coste. È accaduto di tutto. Cose di cui andare fieri, ma altre che ci coprono di vergogna, che dovrebbero fare arrossire questa nostra Europa, cristiana ed evoluta. Accanto a gesti di eroica donazione e di incondizionata accoglienza, ci sono state parole e gesti di razzismo, di indifferenza. Abbiamo assistito inermi alla morte di tanti disperati, che sono andati giù in fondo al mare insieme al loro sogno di libertà e di riscatto. Abbiamo speculato sulla loro disgrazia, abbiamo pensato di approfittarne, di tranne profitto. E se questo fosse accaduto anche in un solo caso è di una gravità incalcolabile.
Come tutti sappiamo, nel territorio della nostra Diocesi, c’è un concentrato di extracomunitari, che sono stati collocati, a tempo indeterminato, dentro strutture belle a vedersi, ma che fanno fatica ad avere un’anima, a dare risposte in termini di umanità cordiale e generosa ai loro bisogni, non soltanto quelli materiali, ma soprattutto quelli più profondi e personali. Auspico che questa Giornata dei Migrantes sia un’occasione per risvegliare in tutti, e soprattutto in noi credenti, una più lucida coscienza del problema e della sua delicatezza ed urgenza. Auspico che ci sia un movimento di disponibilità profondo ed esteso, che ci sia una gara di solidarietà nel fare concretamente qualcosa per loro. In questi casi serve proprio tutto. Serve la preghiera, serve l’impegno materiale ed economico. Serve la fantasia e la ragione, serve l’impegno e la responsabilità nel fare il Bene e nel farlo bene.
Il tema scelto dal Santo Padre Benedetto XVI per la Giornata Mondiale di quest’anno è “Migrazioni e nuova evangelizzazione”. “L’ora presente, infatti, – scrive il Papa – chiama la Chiesa a compiere una nuova evangelizzazione anche nel vasto e complesso fenomeno della mobilità umana, intensificando l’azione missionaria sia nelle regioni di primo annuncio, sia nei Paesi di tradizione cristiana”.
Mi auguro che questa Giornata non passi sotto silenzio. Che non ci abituiamo a tutto senza reagire. Che non ci abituiamo a vedere soffrire e pianger l’uomo senza sentirci toccare il cuore. In questa situazione drammatica ognuno deve sentirsi interpellato a fare di più e a fare meglio, a dare una mano, perché tutti insieme possiamo preparare un futuro di speranza a tutti coloro, che fuggendo dalla loro patria hanno alle spalle un passato di violenza, di umiliazioni, di terrore e di morte.
Sicuro che l’impegno di tutti darà risposte concrete e generose ai bisogni dei nostri fratelli pellegrini e forestieri in ogni parte del mondo, vi auguro un sereno anno nuovo. Buon anno perché sia un anno buono!
Caltagirone, 15 gennaio 2012
+ Calogero Peri