Santuario del SS.mo Crocifisso del Soccorso. Si commemora il ritrovamento della sacra immagine

CALTAGIRONE – Sarà commemorato sabato 5 gennaio, alle ore 18.00, presso il Santuario del SS. Crocifisso del Soccorso, il ritrovamento della sacra immagine che si venera, in quel luogo, da tre secoli.
L’effigie del Santissimo Crocifisso venne rinvenuta il 1° gennaio 1708 dall’agricoltore Antonio Centorbi nei ruderi dell’antica Chiesetta della Madonna del Soccorso che sorgeva, prima del terremoto del 1693, ad ovest di Caltagirone, sull’antica strada per Gela.
L’immagine, dipinta ad olio su una pietra calcarea bianca, ha forma ovale, alta cm 38 e larga cm 24, e ritrae il Cristo crocifisso con Santa Brigida genuflessa ai suoi piedi in atteggiamento di orante contemplazione.
Sul luogo del ritrovamento, alla fine del Settecento, fu costruita una chiesa progettata dal Bonajuto.
Il programma della commemorazione prevede alle 18.00 la celebrazione dei Vespri presieduti da S.E. mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone. La serata si concluderà con il Concerto per flauto e chitarra, eseguito da Elisabetta Ferlenda e Giacomo Randazzo.
«Sulla croce Gesù ribadisce la logica vincente della misericordia – afferma mons. Peri -. L’ultima parola, nella storia, appartiene all’amore. Ma solo quando l’amore, come il suo, non ha misura. Solo se, come lui ha fatto amando fino a dare la vita sulla croce, si è disponibili a perdere tutto e a perdersi, pur di non perdere nessuno».
Nel corso degli anni il Santuario è divenuto meta di pellegrinaggi, in particolare nei cinque venerdì precedenti la Festa dell’Esaltazione della Croce.
Dal mese di marzo 2012, grazie alla presenza residenziale del rettore padre Natanaele Theuma, e della Fraternità Santa Maria della Bellezza, il Santuario è divenuto centro vivo di spiritualità.
«Questo luogo, di silenzio e di preghiera, si dispone naturalmente a essere luogo di accoglienza e di fraternità – spiega padre Theuma -. Qui, nel ritmo della liturgia delle ore e dell’ascolto assiduo della Parola, riscopriamo quel volto impresso nel nostro cuore, spesso sotterrato e che esprime il bisogno di uscire alla luce, proprio come l’immagine del Signore del Soccorso, qui ritrovata. Si perpetua così il messaggio profondo comunicato a Centorbi: “dissotterrami”».

3 gennaio 2013