S. E. Mons. Calogero Peri, da 7 anni Vescovo di Caltagirone

Ordinazione del VescovoLa Comunità Diocesana celebra il 7° anniversario della Ordinazione Episcopale e dell’inizio del servizio pastorale di Mons. Calogero Peri a Caltagirone. É significativo che il Rito della Ordinazione Episcopale, che significò anche la cosiddetta “presa di possesso”, sia stato celebrato nella “sua” e nostra Cattedrale nel pomeriggio di quel 20 Marzo 2010 per le mani dell’Arcivescovo di Palermo S. Em. il Card. Paolo Romeo, essendo concelebranti S.E. Mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo Metropolita di Catania e S.E. Mons. Vincenzo Manzella, suo predecessore nella Cattedra di San Giuliano.

L’annuncio della sua elezione, il 30 gennaio precedente, cui seguirono i primi approcci informali nel Convento dei PP. Cappuccini di Palermo, dove era Ministro provinciale e docente della Facoltà Teologica S. Giovanni Evangelista, alimentò crescenti attese, che si fecero cornice di gioiosa accoglienza in quel 20 marzo, con la suggestiva tradizionale cornice di solennità e anche folklore.

E Mons. Calogero sperimentò immediatamente, in quel luminoso pomeriggio, l’entusiasmo e l’ondata di stima ed affetto della sua nuova comunità, come è tradizione bisecolare di questa Città e Chiesa Calatina, che da sempre riserva affetto, calore e rispetto ai suoi Pastori che “vengono nel nome del Signore” a rinnovare una storia di Fede e di civile dignità.

«L’ingresso di un nuovo Pastore in una Diocesi, – dichiara don Gianni Zavattieri, Vicario Generale – è un evento di grande valenza ecclesiale, che va ben oltre l’evento storicamente significativo in sè, perché celebra e rende palpabile la dinamica della successione apostolica su cui si fonda, nelle singole chiese diocesane (dette anche “particolari”), la certezza teologica dell’unica Chiesa. Attorno al vicario di Cristo e successore di Pietro, sulla cattedra di Roma, dalla quale presiede nella Carità, la Chiesa si riconosce e assume orizzonti di universalità splendendo come una, santa, cattolica e apostolica».

Scrive Mons. Peri nella Lettera Pastorale “Tu dona, perdona e libera…” che sarà presentata e consegnata proprio nel corso della celebrazione: «Il nostro cammino, il percorso giubilare che abbiamo compiuto, la misericordia, il perdono e l’amore che abbiamo invocato e ricevuto, hanno veramente dato una svolta alla nostra esistenza? Hanno cambiato la nostra mente e soprattutto il nostro cuore? Siamo una via libera che gli altri possono percorrere, nella quale possono procedere per raggiungerci e incontrarci veramente? … Ognuno di noi sa se la sua vita è una porta di accesso o se è percorribile solo in uscita. Sempre utilizzando l’immagine della porta, che il Giubileo della misericordia ci ha insegnato ad aprire una volta per tutte senza più chiuderla…  siamo una via che si è trasformata in porta? Siamo il dono, il perdono, la libertà che si sono fatti percorsi di accoglienza, porti di ristoro, locande di misericordia per i viandanti e i miserabili della vita? Siamo lì a scrutare l’orizzonte, come il Padre di quella parabola che ci ha raccontato Gesù, capaci di accogliere i fratelli che timidamente stanno ritornando? Siamo capaci di riconoscerli quando sono ancora lontani e di correre loro incontro per colmare la distanza che ci separa da loro e che li separa da noi? Siamo contenti che Dio nostro Padre ha perdonato anche a loro?”(nn.89-90)

Comprensibile allora l’esultanza di una Comunità che sa di “star dentro” al grande mistero della Salvezza, secondo il volere di Cristo, nella sacramentalità del suo Corpo visibile, che cammina nella storia, annunciando e testimoniando in armoniosa organicità l’attesa della manifestazione gloriosa e definitiva nella celeste Gerusalemme.

Con questa percezione diffusa, alle ore 18,00 di lunedì 20 marzo, la stessa Cattedrale – restituita nel frattempo a nuova bellezza e dignità per i magnifici mosaici di Ivan Rupnik, per il rinnovato Altare e Ambone, per gli ampi restauri effettuati – canterà ancora una volta, nella solenne liturgia, la gioia di sentirsi Chiesa attorno al suo Pastore, Liturgo e Maestro, che ne incarna ed esprime il Sacerdozio, la Profezia e la Regalità.

Da ogni angolo della diocesi il Clero, i Religiosi e le Religiose, i Gruppi, Movimenti e aggregazioni laicali, insieme a rappresentanze significative di fedeli, converranno disegnando, quasi “mosaico vivente”, uno scenario di Fede che ne esprime e racconta la vitalità, la dedizione apostolica e la prospettiva missionaria.

La comunità cristiana da sempre ha, infatti, come vocazione originale di farsi “anima mundi”, espandendosi evangelicamente, come fermento e sale, nei luoghi della vita quotidiana, nei quartieri, nelle scuole, negli spazi della condivisione sociale e culturale, per farsi luce, o come efficacemente si esprime Papa Francesco, trincea, ospedale da campo, grembo accogliente per gli uomini di questo nostro tempo da amare.

 

 

16 marzo 2017