Pentecoste. Il dono del Risorto per la vita della Chiesa

CALTAGIRONE – Domenica 24 maggio la Chiesa celebra la Solennità di Pentecoste. S.E. mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, presiederà la Santa Messa alle ore 11.00, in Cattedrale.
«Nel giorno di Pentecoste celebriamo l’effusione dello Spirito, dono del Risorto, e la nascita della Chiesa – afferma mons. Peri -. È lo Spirito che spinge la barca della Chiesa a solcare i mari della storia, anche quelli inediti; è lo Spirito che ci indica la via della vita, la strada che non ci conduce nel vicolo cieco del morire, ma nella vita che non finisce, la vita bella di Dio».
La sera del 23 maggio, sarà celebrata, a livello cittadino in ogni Comune della Diocesi, la Veglia in preparazione alla Solennità.
A Caltagirone la Veglia, organizzata e promossa dalla Consulta diocesana delle aggregazioni laicali (Cdal), sarà presieduta dal Vescovo, in Cattedrale, alle ore 21.00.
Animeranno la liturgia i gruppi, i movimenti e le associazioni laicali diocesane.
Accogliendo la proposta dalla Conferenza episcopale italiana di dedicare la Veglia di Pentecoste alla preghiera per i cristiani perseguitati nel mondo, martiri nostri contemporanei, la Cdal ha ribadito i sentimenti di fratellanza ai tanti cristiani, alle tante persone, i cui diritti fondamentali alla vita e alla libertà religiosa sono violati.
«Auspichiamo che la libertà religiosa sia fatta oggetto di una maggiore attenzione da parte della comunità internazionale – affermano Margherita Marchese e don Salvatore Abbotto, rispettivamente segretaria e assistente della Cdal – e che ogni Stato eserciti la massima vigilanza per prevenire violenze e persecuzioni ai danni di quanti hanno il solo torto di professare la propria fede».
«All’odium fidei che scatena crudeltà indicibili e che spesso è solo la maschera con cui si nascondono assurdi interessi, sete di potere, grandi macchinazioni e sconvolgimenti del panorama politico ed economico – aggiungono i rappresentanti della Cdal -, siamo chiamati a rispondere alzando il livello della civiltà dell’amore, che è educazione e democrazia, giustizia e sviluppo, sconfitta di qualsiasi monopolio culturale».

22 maggio 2015