Messaggio del Vescovo in occasione del X Anniversario di Ordinazione Episcopale

La via di Dio

In occasione del X Anniversario di Ordinazione Episcopale, un messaggio e un “regalo” del nostro Vescovo, S.E. Mons. Calogero Peri, alla nostra Diocesi. Grazie Eccellenza! Ad multos annos!

 

Carissimi fratelli e sorelle dell’amata Chiesa di Caltagirone, il Signore vi dia Pace!

Oggi 20 marzo 2020 sono 10 anni che mi trovo in mezzo a voi. Con voi e per voi ringrazio il Signore per il bene che ci ha dato o ci ha dato di fare, e nello stesso tempo: “Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri parole, opere ed omissione… E supplico…voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro”.

La prima considerazione che faccio è su come passa il tempo e su come corre veloce la nostra vita. Lo sappiamo, le riflessioni che facciamo sul tempo ci orientano meglio e ci disorientano sempre. Ed in questo tempo di Covid-19 ne abbiamo tutti un’ulteriore conferma.

Ci auguriamo per questo che il suo passaggio non sia inutile, che ci plasmi dentro, che ci aiuti ad essere più saggi e ci offra la possibilità di capire meglio il mistero che siamo e che ci avvolge. Ci insegni, con l’aiuto di Dio, a contare i nostri giorni, i nostri anni, tutta la nostra vita e a maturare verso la sapienza del cuore.

Pensando ad un dono, che fosse anche un segno da offrire alla Diocesi per questa ricorrenza dei 10 anni della mia ordinazione episcopale e del ministero pastorale in mezzo a voi, la scelta è caduta sulla Via Crucis. Mi è sembrato un dono significativo in sé, ma pure simbolico perché le singole stazioni si prestano ad essere modellate in modo da rendere presenti tutte le città della Diocesi. Infatti, a rappresentare i comuni che la costituiscono, in ogni stazione c’è l’immagine della chiesa madre.

L’ho pensata come dono che potesse essere un richiamo significativo, personale e comunitario, e costante a quello che siamo o che non siamo stati, a quello che di buono potremo essere e saremo, per grazia di Dio.

Nella Via Crucis c’è di tutto. Nel bene e nel male c’è tutto quello che possiamo essere e fare. Ci siamo e ci muoviamo tutti noi. Dunque, nel suo insieme è l’immagine plastica e reale della nostra vita, del nostro essere uomini e cristiani, ma anche del nostro essere e non essere veri discepoli. Ed oggi mi sembra anche in sintonia con la via che tutti siamo chiamati a percorrere.

La Via Crucis, richiama, con scatti fotografici forti, la storia di Cristo e dei cristiani. Ci racconta del bene e del male che c’è nel mondo e di cui oggi siamo attori noi, sperando sempre, nel tempo che ci rimane, di poter essere solo protagonisti di buone opere. Infatti, c’è chi entra in questa storia come Pilato che si lava le mani: esattamente come facciamo noi quando dinanzi ai fratelli passiamo oltre, o indifferenti ci giriamo dall’altra parte. C’è pure chi, con estrema delicatezza, asciuga il sangue e le lacrime dal volto del Signore, ed è pronto a rifarlo, ogni volta, con il prossimo che incontra. C’è chi gli dà una mano quando cade sotto il peso della croce, come vorremmo che facessero gli altri quando a terra ci siamo noi, e come dovremmo fare tutti con tutti, quando qualcuno è in difficoltà.

Il Signore Gesù, nel cammino verso il calvario si è fatto aiutare e, nello stesso tempo, ci aiuta a portare la croce, per arrivare sino in fondo e perché tutti ci possiamo comportare da Cirenei, speriamo non costretti ma volontari della croce o del peso dei fratelli.

La Via Crucis è un rimando costante e visivo se abbiamo scelto di stare sotto la croce o se, invece, ci muoviamo allontanandoci da essa, soprattutto nelle ore buie del venerdì santo e nei silenzi di Dio Padre. Essa è pure memoria di quando abbiamo accompagnato amori ed affetti alla tomba. Ci ricorda quando siamo rimasti muti e sprovveduti di fronte al gelido silenzio della morte e al vuoto che ci lascia, quando qualcuno muore o ci muore. Ci rimanda a quando aspettiamo che un raggio di luce archivi la notte e riaccenda il cuore; a quando invochiamo che sia veramente Pasqua e per sempre, anche per noi.

Tutto questo avendo come protagonista Gesù e non solo: Egli, che per primo e prima di tutti si è caricato ed ha portato la croce per noi e anche al posto nostro, ci insegna a portare ogni giorno la nostra croce e quella degli altri.

La Via Crucis è per tutto questo il più pressante esempio ad accogliere l’invito del Signore e a seguirlo; a portare la croce dietro di lui e in salita, fino al calvario; a salire con lui sull’albero della croce per essere con-crocifissi con lui; ad aspettare con lui, nell’abbandono fiducioso al Padre, il mattino della Pasqua.

Con questo desiderio ho trovato la disponibilità del maestro ed amico Dino Cunsolo e gli ho chiesto di modellare una Via Crucis. Lo ringrazio di cuore per le immagini che ha realizzato e per come le ha realizzate. Spero che guardando queste stazioni, come è accaduto a me, possiate essere spinti anche voi a riflettere su quanto Dio ci ama e ci amerà sino alla fine. Mi auguro che, mossi da questo amore, possiamo essere coinvolti e trascinati, sempre più consapevolmente, dentro questa storia, dentro questo mistero di morte che ci dà vita.

Per concludere, in questa Via Crucis c’è anche la stazione della risurrezione: una stazione che, per tanti motivi, non c’entra nella Via Crucis; non c’entra, però, non perché non c’entra, ma perché c’entra per un’altra origine, per un altro tempo, per un altro fattore ed autore, c‘entra per le mani di un altro artista e, soprattutto, per un altro cuore ed un altro amore che non sono nostri, che sono le mani e il cuore di Dio. Infatti, la risurrezione è il giorno che ha fatto il Signore per noi, per i nostri occhi, ed è solo una meraviglia che possiamo accogliere e della quale non ringrazieremo mai abbastanza.

Questa quindicesima stazione è ambientata nel mare Mediterraneo, purtroppo tomba di morte per tanti fratelli che cercano da noi e con noi vita, futuro e libertà. Pure in questa stazione che racconta la risurrezione, noi ci mettiamo ancora solo la morte e neppure la tomba, fosse solo per la nostra indifferenza. Ancora una volta, però, e ancora per tutti e anche per noi, Dio Padre ci mette la luce, la vita e la risurrezione.

 Come ci ricorda l’apostolo Pietro, l’abbiamo ucciso e lo continuiamo ad uccidere nelle sue membra, in quello che manca ai suoi patimenti, ma Dio per rimettere a posto le cose lo ha risuscitato, li ha risuscitati e risusciterà anche noi.

Nonostante tutto e ancora oggi nonostante noi, la via della croce, costellata di miseria e fragilità, è la sola via che Dio si è incaricato di condurre al mattino di Pasqua. Alba di un giorno nuovo, quando i massi, anche se grossi, e i sigilli della morte che nessuno può sciogliere, dovranno cedere il passo alla pressione inarrestabile della vita e della risurrezione.

In questa sorprendente quaresima – quarantena, con l’augurio di vita e di risurrezione, di speranza e di Pasqua, vi faccio il dono di questa Via Crucis. Dono che ribadisce e indica a tutti noi la via che sempre dobbiamo percorrere, poiché, al posto di altre, ci indica la via dolorosa che il Signore ha scelto di salire: la Via Crucis, l’unica via che sicuramente ci porta al Padre e a Pasqua.

Sono vicino a ciascuno di voi, specialmente in questo giorno e in questo tempo.

Con affetto, il vostro Vescovo.

 

Scarica il messaggio