Il Card. Angelo Bagnasco alla “Città dei Ragazzi”

17 giugno 2017

CALTAGIRONE – Lunedì 19 Giugno alle ore 19.00, con la benedizione del Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e presidente uscente della Conferenza Episcopale Italiana, dopo una prima promettente fase di iniziazione, decolla stabilmente il “progetto Città dei Ragazzi” come struttura polifunzionale al servizio della pastorale dei giovani e dei ragazzi della nostra diocesi.

E riemergono spontaneamente dalla memoria i nomi di una schiera di giovani “preti di strada” ante litteram, che si dedicarono alla missione di ricostruire le speranze di una generazione, ragazzi soprattutto devastati dalle emergenze morali e materiali di ogni genere: Don Filippo Quinci, Don Nunzio Annaro, Don Giuseppe Verdemare, Don Luigi Turrisi, Don Michele Cannizzo e altri nomi da non dimenticare che vanno scritti a grandi lettere negli annali della Città e Diocesi di Caltagirone.

Quei primi semi spontanei di ricostruzione, che gli ormai pochi superstiti ricordano con commozione e nostalgia, furono come un segnale di riscossa, di una ripresa morale e materiale, e promesse concrete di un rifiorire di nuove speranze e prospettive: la Città dei ragazzi si affiancava alla fucina educativa dei Salesiani di Sant’Agostino e alle strutture parrocchiali molto vivaci che, con generosa passione e carità pastorale, facevano della Chiesa Calatina l’anima di “tempi nuovi” da far riemergere dalle macerie di una situazione postbellica disastrosa.

In quel complesso – allora ancora aperta campagna – abbandonato dai militari e restituito progressivamente alla elementare funzionalità, nasceva il grande sogno, consegnato poi negli anni Cinquanta da Mons. Capizzi ai Padri Canossiani, nel segno grato di Luigi Sturzo, che ne fu promotore e munifico benefattore. Migliaia di giovani sono stati ospitati nel Collegio attivo fino all’anno 1995 quando si trasformò in Centro Giovanile “Città dei Ragazzi”, con molteplici attività a servizio della Diocesi. Oggi, nel cuore della zona nuova della città, risorge un luogo provvidenziale con nuove intuizioni e mentalità e tutto riprende slancio e ruolo di “anima” spirituale, educativa e socio-culturale in un contesto profondamente mutato, dove alle antiche emergenze pastorali e sociali ne succedono altre non meno importanti e preoccupanti.