Beni confiscati alla mafia: affidati alla Caritas Diocesana terreni agricoli

CALTAGIRONE – La Caritas Diocesana di Caltagirone si scommette apertamente e molto seriamente sul fronte della lotta alla mafia e alla criminalità, presenti nelle aree del nostro meridione, purtroppo ancora molto segnato da presenze di organizzazioni e logiche criminose gravemente diseducative, scendendo in campo con progetti di partnership impegnativi e di sensibilizzazione, soprattutto a favore delle nostre giovani generazioni.

Per questo è meritevole di segnalazione quanto la Caritas Diocesana intende attuare con un progetto agricolo in contrada Renelle-Bongiovanni del territorio calatino (Bosco di Santo Pietro), aggiudicandosi la gara d’appalto del Comune di Caltagirone del 27/06/2017, cui è affidato il bene a seguito della confisca. In data 28 settembre 2017 la Caritas Diocesana di Caltagirone, aggiudicandosi il bando, che chiamava in causa associazioni o cooperative Onlus disponibili, ha accettato la scommessa di farsi carico della gestione di tali aree provenienti da gestioni criminose.

Al di là dei discorsi generici e delle prese di posizione astratte, a volte retoriche se non sottilmente demagogiche e strumentali, emerge, infatti, insistente il bisogno di attivare processi concreti di sostegno e impegno a favore di iniziative che non rimangano sulla carta o nel limbo delle buone intenzioni.

«Che beni come questi vengano restituiti alla comunità civile – ha detto il Vescovo, Mons. Calogero Peri -, perché siano trasformati in opportunità di servizi e attività ‘pulite’ da ogni sospetto di utilizzo improprio o criminoso, e orientati alla promozione sociale, è una vocazione che discende dal mandato del Signore. I cristiani sono chiamati a farsi compagni di viaggio di ogni iniziativa sociale destinata al bene comune, e a divenire con gesti concreti e credibili segno e strumento di Speranza, virtù che premia le attese di ogni uomo di buona volontà disposto a spendersi per concorrere a cambiare la storia e la vita attraverso la ‘conversione’ del cuore, e degli atteggiamenti sociali di prossimità e promozione umana, di cui la nostra cultura sociale ha profonda nostalgia. La Diocesi di Luigi Sturzo, apostolo della sana socialità, non poteva non allinearsi su questa frontiera della nostra storia».

Il direttore della Caritas don Luciano Di Silvestro, che coi suoi collaboratori ha fortemente promosso e sostenuto questo progetto, con il determinante appoggio del Vescovo Mons. Calogero Peri, ha manifestato la sua aperta soddisfazione per l’esito di questa iniziativa andata a buon fine: «È un segno forte di lotta alla criminalità e alla mentalità mafiosa – ha dichiarato – per la nostra Chiesa. Ringrazio di cuore il Vescovo che ha creduto fin dall’inizio a questo progetto e anche l’equipe diocesana che ha collaborato con il progettista dell’iniziativa dott. Alfio Pappalardo. Questo progetto gode anche della collaborazione di altre realtà associative come la Cooperativa sociale Eco-Med di Messina, l’Associazione Libera Associazioni nomi e numeri contro le mafie, la Fondazione INCONTROcorrente, braccio operativo della Caritas e della Diocesi».

Si tratta di un’area di 32 ettari di terreno agricolo con annessi fabbricati rurali. La vasta area comprende uliveti, vigneti, mandorleti e altre tipologie produttive, che vanno riattivati e valorizzati con opportuni e adeguati progetti di recupero e incremento.

La Caritas prevede un investimento di 1.116.000,00 Euro da acquisire mediante finanziamenti pubblici ed entrate riconducibili alla ripresa dell’azienda agricola, e con un investimento proprio di ca. 200.000,00, finalizzati alla riattivazione dell’area e al ripristino dei fabbricati. Cosa che consentirà anche l’impiego di qualche decina di operai.

 

3 Ottobre 2017